Non senza il secondo Illich

2021 
Moreno Manghi, Soglia

Non senza il secondo Illich (logo)

Questa “soglia” inaugura una nuova sezione permanente della Biblioteca, “Non senza il secondo Illich”, dedicata alla proposta, riproposta, traduzione, ritraduzione di una scelta di testi di Ivan Illich posteriori alla fine degli anni Ottanta e di quelli dei suoi “compagni di convivialità”, che continuano tuttora la sua ricerca. Si tratta di articoli, saggi, interventi perlopiù (mi)sconosciuti (d)al grande pubblico, al contrario dei libri famosi degli anni Settanta scritti dal “primo Illich”, il celebre autore di Nemesi medica e del concetto di “iatrogenesi” (clinica, culturale, sociale), che continua a essere ricordato (unicamente) come il critico implacabile dell’ideologia del progresso legata al progetto di sviluppo mondiale dei decenni del Dopoguerra.

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Ivan Illich, La costruzione istituzionale di un nuovo feticcio: la vita umana

“The Institutional Construction of a New Fetish: Human Life”, è il titolo del discorso tenuto da Ivan Illich il 29 marzo 1989 a un “planning event” della Evangelical Lutheran Church in America Chicago, ed è stato pubblicato nella raccolta In the mirror of the past. Lectures and addresses 1978- 1990, Marion Boyars, Londra 1992, pp. 218-231. A nostro parere è un testo fondamentale (e, fin dal titolo, più che mai attuale) che segna l'inizio della ricerca del "secondo Illich".

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Barbara Duden, Illich: secondo periodo. Oltre Nemesi medica

Pubblichiamo la traduzione della prima parte (a cui ne seguiranno altre due) del testo di Barbara Duden presentato a Brema il 7 febbraio 2003 in occasione della giornata d’addio a Ivan Illich (“Symposium für Ivan Illich zum Abschied”, 7-8 febbraio 2003) col titolo: “Ivan Illich – Jenseits von Medical Nemesis (1976) – auf der Suche nach den Weisen, in denen die Moderne das “Ich” und das “Du” entkörpert”.

"La questione di sapere ciò che preoccupava, animava e motivava Ivan Illich, [nelle cronache del suo necrologio] non si pone nemmeno: egli avrebbe detto tutto quello che aveva da dire nel momento in cui ha raggiunto il suo apogeo mediatico, a cui sarebbe sopravvissuto una trentina d’anni.
Thierry Paquot descrive perfettamente questa situazione su Le Monde diplomatique: «[…] ogni volta che menzionavo il suo nome, il mio interlocutore non mancava di chiedermi quando infine era morto»".

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Silja Samerski, Il mito della "scelta informata" e dell'"autonomia"

Come le decisioni personali e libere divengono illusione in un mondo dominato dal rischio

«La scelta è esistenziale; l’informazione su cui si basa è la curva di probabilità su cui è stato inscritto il selettore. Illich lo considerò un perfetto orrore. Non è che non potesse ammettere che ogni azione umana è una scommessa alla cieca, un calcolo ponderato di fronte all’ignoto. Il suo orrore è stato quello di vedere le persone riconciliarsi con l’immagine di un costrutto statistico. Per lui, questo significava l’eclissarsi della persona, sostituita dalle popolazioni; un tentativo di evitare che il futuro potesse rivelare qualcosa d’imprevisto; e la sostituzione dei modelli scientifici all’esperienza sensoriale».

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David Cayley, La nuova religione del rischio
Domande sull’attuale pandemia dal punto di vista di Ivan Illich

Riproduciamo la traduzione del testo di David Cayley già pubblicato come secondo numero dei Quaderni di paradoxia epidemica 2. Un lungo seguito di questo articolo, a distanza di quasi un anno, è in corso di traduzione.

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